
I giorni lunghissimi della nostra infanzia - la nostra recensione
Lo scrittore, l'io narrante, si rivolge con il tu ad un vecchio pescatore di una piatta isola che separa a nord il mare Adriatico dalla laguna Veneta.
Un romanzo di malumori e malamori, in cui il vecchio pescatore appare come la figura più odiosa, rancorosa e antipatica. Odia tutti, in un piccolo mondo, un'isola, che è lo specchio della società, in cui tutti si guardano male, sospettano, sparlano, una fotografia di una piccola Italia con un sufficiente livello di ignoranza e disperazione. Un ritratto inesorabile, pieno di rancore, con una lingua cattiva per raccontarci il livello più inerziale dell'esistenza. Il romanzo può sembrare ostico, ma la scrittura di Frizziero, nato a Chioggia nel 1987, e che ben conosce questo piccolo mondo di dimenticati e sconfitti, ti inchioda : "Ecco, se tu avessi le parole, ma con le parole non sei mai stato bravo, spiegheresti all'orata che il mondo va così, che la sofferenza è distribuita equamente in tutte le specie viventi, a essere onesti, e che è inutile cercare la ragione di questo dato di fatto".
prezzo di copertina: 16 €
di Vanessa Roggeri
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CALDO
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